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Vecchie edizioni |
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Dodici Donne Pratiche Editrice Il libro ha ricevuto, nel 1996, il riconoscimento speciale Silvio D'Amico dell'Istituto del dramma italiano. Questo volume raccoglie una ampia selezione di saggi dedicati da Maurizio Grande a problemi diversi di teoria del teatro, elaborati in un periodo che co- pre gli ultimi tre lustri circa della sua attività di studioso. Della vastissima produzione saggistica sul teatro (mai interrotta neppure con il passaggio al- l'insegnamento di materie cinematografiche), si sono qui inclusi non i saggi critici dedicati ad autori e/o opere (neppure quelli, numerosi e importanti, su Carmelo Bene, destinati a una pubblicazione autonoma), quanto piuttosto quegli scritti che rispondono all'esigenza di produrre una riflessione più mar- catamente teorica intorno a questioni di fondo relative alla possibilità stessa di definire l'istituzione-teatro e la sua destinazione/collocazione nella società del- le comunicazioni di massa. Un brano del saggio che chiude il volume, inedito fino a ora, può fornire la giusta chiave di lettura di una ricerca intellettuale caratterizzata da una tensione analitica esemplare e rigorosa, rivolta a una pluralità di tematiche e di prospettive di indagine che le sezioni in cui gli scrit- ti sono stati raggruppati provano ad articolare ("La parola, la soggettività", "La scrittura di scena", "Pensare il teatro", "L'attore", "Artaud, oltre il tea- tro", "Destino del teatro"): "Il teatro è il campo della produzione simbolica che ha più sofferto della invasione dello spettacolo in ogni ganglio della vita individuale e collettiva, tanto che è stato costretto a ripiegarsi su se stesso e sulla propria differenza per recuperare una necessità artistica che gli restitui- sca ciò che gli è dovuto: il primato nella elaborazione dei linguaggi irriducibili alla piattezza insolente, acritica e "pellicolare" della vischiosità televisiva e informatica" . |
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Abiti nuziali e biglietti di banca Bulzoni Editore Premio Film critica - Umberto Barbaro, 1986 Questo libro nasce da una riflessione sulle istituzioni del comico e sulla forma-commedia come sfere di dominio della «società anonima», quella del soggetto qualsiasi e degli intrecci quotidiani, contrapposta alla «società della tragedia», la società dei nomi propri e delle opere. La messa a fuoco delle tematiche, degli intrecci e dei personaggi della «commedia all'italiana» rivela una interrelazione stretta fra cinema e società in un momento decisivo della storia d'Italia; il momento in cui la Ricostruzio- ne del secondo dopoguerra delineava nuovi spazi e nuovi orizzonti per i ceti in ascesa (piccola borghesia e proletariato urbano e contadino), confezionan- do per loro un immaginario sociale ad hoc che il cinema ebbe il merito di ri- velare nelle luci e nelle ombre di una epopea minuta e sconquassata dominata dall'ansia del benessere e del successo. Ma questo libro è anche l'investigazione delle 'dinamiche del desiderio e della frustrazione, delle pulsioni e delle maschere di un soggetto «inabile» che fa fatica a diventare soggetto «sociale», ad indossare la veste dell'integrazione e ad accettare l'ingresso nella «vita adulta». Centrato sulla divaricazione fra desiderio e mancanza, il nucleo teorico di questo libro si interroga sull'istituto centrale della società (il matrimonio) e sui rapporti simbolici che lo sostengono, nella fase ascensionale di una società «verde» dominata dalla dialettica fra integrazione e rigetto, norma e scarto, legge e infrazione, che costringe il soggetto allo scacco e alla rinuncia per estorcere la sua adesione a modelli sociali e valori simbolici precostituiti. La «commedia all'italiana» è l'epopea deformata di una società sorda, di- :stratta, cinica, indifferente, cieca, spavalda, aggressiva, amorale, beffarda, camaleontica, avida e cialtrona, che nella galleria dei «mostri» vede rappre- sentata la propria impotenza. |
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Ferreri il castoro cinema Il volume, attualmente esaurito, farà parte di una prossima raccolta di saggi su Marco FERRERI |
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La meccanica del testo Lerici Le pratiche di produzione del testo, debbono oggi più che mai, fare i conti con le pratiche di lettura e con i diversi canali e meccanismi :di elaborazione socioculturale de1 senso. La produzione del 'senso appare ormai riconsegnata alle st:rategie della lettura, in una dinamica completamente nuova e dotata di potenzialità fino a poco tempo fa impensabili. Per questo -le strategie di lettura diventano vere e proprie strategie di produzione della testualità e del senso, accanto (o contro) quei meccanismi che producono il testo «all'origine », nelle mani di un autore o nelle istituzioni canoniche 'della cultura (la scuola, la ricerca scientifica, l'accademi,a, il museo, ecc.). Il nodo centrale dello dominanza cultural'e si gioca oggi nel campo disseminato del'le pratfche testuali più diverse e conflittuali, e il testo assume una posizione di punta nel ralpporto tra cultura e dominio. Sulla base di queste premesse, il libro propone due {«esercizi di lettura» dedicati all'a testualità narrativa assunta in due manifestazioni divergenti e «estreme» dell'impalcatura teorica e strutturale del testo 1etterario: Gadda e Borges ,divengono agevolmente due esempi capaci di rappresentare la pecu1iarità del rapporto tra testualità e cul,tura; rapporto regolato dalla tensione dell'orientamento testuale che spetta al lettore (il lettore-lettore, il lettore-critico, l'analista e il teorico) decifrare e rendere esplfcito. |
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Billy Wilder Loizi Editore Assicuratori che truffano, giornalisti voraci, attori perduti dietro la propria immagine sepolta nel tempo, donne condannate al mercato della bellezza e della femminilità; ma anche cantucci privati per l'amore in esilio in una società indifferente, persa dietro iI circuito degli affari nella compravendita delle immagini del potere e dei ruoli quotidiani. Il cinema di Wilder è il meccanismo silenzioso, la macchina oliata che mostra allo spettatore i percorsi della sua alienazione e la tragedia di una civiltà articolata sulle false piste di simulacri preannunciati come sintomi di un decadimento inarrestabile. Il libro è stato ri-pubblicato nel 2006 da BULZONI EDITORE |
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Vigo il castoro cinema Questo volume è stato ri-pubblicato nel 2005 nella collana il castoro |
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La riscossa di Lucifero Ideologie e prassi del teatro di sperimentazione in Italia (1976-1984) BIBLIOTECA TEATRALE , (45) 1985, pagine 248 Indice |
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Lorenzaccio di Carmelo Bene Nostra Signora Editrice La grandiosità del vano di Maurizio Grande Nostra Signora Editrice |
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Studi sul dionisismo Redazione di Patrizia Fulciniti BIBLIOTECA TEATRALE , (51) 1988, pagine 148 Indice |
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Introduzione alla Semiologia dello Spettacolo Centro Editoriale Librario È probabile che si possa pensare alla semiologia dello spettacolo - allo stato attuale della ricerca - come ad una disciplina che presenta differenze di metodo e diversi obiettivi teorici rispetto al metodo e agli obiettivi della semiotica teatrale. La semiotica teatrale sembra essere una scienza meno "particolare". che studia il teatro e le sue componenti (testo drammatico. scena, modelli attoriali.logiche e retoriche dell'enunciazione ecc.) dal punto di vista dello statuto dell'ordine teatrale nei suoi rapporti con la semiotica generale; la semiologia dello spettacolo sembra privilegiare la costruzione dell'unità semiotica che è alla base dell'evento spettacolare e studiare le sue componenti in atto (materie espressive e loro incidenza semantica e pragmatica; configurazioni di stili individuali; modalità e modelli di messa in scena in relazione a periodi, scuole, autori. generi ecc; registri attoriali e loro risonanza simbolica. dal gesto alla voce alla mimica; soluzioni registiche e scenografiche; valori simbolici degli spazi. montaggio e scansioni sintnttiche dell'azione e della scena ecc.). secondo una prospettiva specifica, ravvicinata e circostanziata. resa possibile da una buona definizione preliminare dell'oggetto. Ma il postulato della semiologia dello spettacolo non è soltanto una buona definizione e descrizione tecnico-pratica dell'evento- oggetto. è anche la messa afuoco dello statuto teorico e metodo logico della disciplina in relazione al suo campo di applicazione. |
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il Cinema di Saturno Bulzoni Editore .Questo volume è stato, poi, inserito nella nuova pubblicazione la commedia all'italiana pubblicato nel 2002 |
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L'arte della commedia Chaplin Studi INDICE Presentazione L'emisfero comico Maurizio Grande Sviluppo dell'io e cor,nicità Emst Kris L'umorismo Luigi Pirandello Il riso Henri Bergson Il mythos della primavera: la commedia Northrop Frye Nota sulla commedia Friedrich DUrrenrnatt |
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Eros e Politica Protagon editori toscani Questo saggio ricostruisce gli anni del desiderio e della politica in Italia visti attraverso il cinema: desiderio di politica, desiderio di cinema politico. E’ una rilettura della pulsione e della frustrazione politica, dell’incubo e della rivoluzione impossibile, che ha il suo impianto teorico e il suo nucleo ideologico nel mito della rivoluzione sessuale. Eros e politica, dunque, come congiura “fatale” di desiderio e rivoluzione, di rigenerazione politica e antropologica della morte. Nei film di Bellocchio, Ferreri, Petri, Bertolucci, Taviani dominano incontrastate le maschere grottesche dell’eros e della politica, gli eroi del grand guignol della rivoluzione e del terrore, della violenza e della nostalgia: l’immaginario perverso di una gigantesca maschera desiderante. |
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La Veritàaa Bompiani |
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Chiedo asilo Feltrinelli C'è un mercato del bambino ma a nessuno interessano i bambini. Interessa l'uso del bambino come immagine per agitare certi sentimenti, anche il bam- bino di Chiedo asilo, che è un campione, e tutti parlano di lui... Il mio non è un cinema di problemi ma è un cinema di sensazioni. lo voglio mettere in sieme le fotografie delle sensazioni, che sono generali; voglio dare le immagini della gente e che ognuno interpreti queste immagini, se le analizzi per conto suo... In parole povere ognuno prenda dal film quello che vuole per quello che gli interessa... Ma se tu parli dei bambini nessuno si ritrova, come se i bambini fossero marziani... e di fatti sono messi nei posteggi in attesa di diventare uomini. Un bambino è un fenomeno sociale, però in posteggio, e diventa interessante quando comincia ad avere le stesse reazioni di tutti, quando ha vent'anni. Marco Ferreri Chiedo asilo è l'unico film di Ferreri sulla salute: una calma dei percorsi laterali (asilo, periferia, vecchio cinema disattivato) che aggira e assorbe il malessere odierno, con una sorta di stupore non innocente di fronte alla impossibilità di cambiare e alla inutilità delle utopie. La salute sta in questa coscienza della negatività dell'utopia se presa alla lettera, se scambiata in un baratto totale con il reale; è salute la rinuncia al giudizio, alla parola, alle versioni aggiornate dell'ideologia, alle trovate rocambolesche di una cultura in disuso, clinica della chiacchiera. Maurizio Grande |